<<Ci toglierebbero lo sgabello dal sedere e ci faremmo molto pił male di una caduta preparata per tempo.>>

Rimarco questa frase perche` secondo la mia visione tutte le forze politiche di rilievo nazionale stanno toppando alla grande proprio su questo (alcune in malafede).

Si "corre dietro" a tutti i "rivoli" della cosiddetta crisi, di cui si sfoggiano a rotazione le parole d'ordine, ma nessuno sembra aver coscienza che comunque la si affronti di qui a qualche anno si vivra` molto, ma molto, peggio di quando e` iniziata.
Al contrario servirebbe che la societa` fosse pienamente cosciente di cio` in modo da orientare subito le residue risorse (in senso lato) verso soluzioni di piu` lungo periodo, funzionali alla creazione di una "rete di protezione" (se proprio si vuole lo si chiami ancora welfare); posizionata si`, e purtroppo, molto "in basso" ma sufficientemente robusta da evitarci lo schianto mortale.
Soltanto "salvando la vita" collettivamente avremo poi una chance di ripartire con uno sviluppo consono.

Se, "e sottolineo se", la costruzione di questa "rete", per le sue peculiarita`, risulta incompatibile con certi attuali vincoli mi pare assurdo che la priorita` rimanga assegnata a essi.

Percio` ripropongo la riflessione intorno ad un documento (lungimirantemente ospitato e commentato, assieme ad altri, in questo blog) che si basa su tale visione...
ECONOMIA DELL'ESSENZIALE